Il vissuto da sempre affascina. Certo il moderno é bello, l’ultima moda fa sempre tendenza, ma poi quando apriamo il baule dei ricordi, sia esso fisico o immaginario, non possiamo non rimanere incantati, anzi, quasi paralizzati dalla catena di emozioni che proviamo.
E così quando prendiamo in mano un disco in vinile é come viaggiare nel tempo, agli anni del boom economico, al tempo in cui le cose erano più semplici, più reali e perché no anche più spensierate. Erano gli anni in cui si scopriva la libertà, di una scampagnata, di una gonna corta, di un bacio ascoltando la musica di un Juke Box.
E anche l’ingombro aveva un suo fascino, un 45 giri non si poteva certo stivare nel taschino di una camicia ma non aveva paragone l’esperienza di poggiare correttamente la puntina del giradischi all’inizio della traccia. Ci si sentiva come un direttore d’orchestra che alza le braccia al cielo per dare il via all‘intera orchestra.
Forse per questo in questa epoca dominata dalla hi-tech sentiamo così forte il richiamo al vinile, la riscoperta della bellezza di un qualcosa di manuale come estrarre il disco, poggiarlo sul giradischi e posare la puntina all’inizio della traccia.
Non si tratta semplicemente di ascoltare la musica ma di esserne parte, di diventare uno degli esecutori della stessa. Ma esecutori quasi nel senso letterario, tanto che chi aveva un minimo di conoscenza di elettronica si dilettava nel costruirsi in casa un apparecchio a valvole in grado di riprodurre i suoni.
Erano anni in cui l’inventiva faceva da padroni, complice anche un portafoglio spesso e volentieri quasi vuoto. Altro che transistor, altro che bobine. Erano gli anni delle puntine e delle valvole, di giradischi e di apparecchi valvolari.
Ed é interessante vedere come oggi, a decenni di distanza, anni in cui la tecnologia ha fatto passi da gigante giungendo laddove neppure i film di fantascienza dell’epoca erano giunti, ancora non si sia potuto affermare che tali tecnologie sono superate, roba vecchia. Non é solo questione di fascino, ma di soluzioni tecniche, di qualità del suono che tuttora resta di altissimi livelli.
Certo forse non saranno versatili come certi apparecchi moderni ma per chi ama l’eccellenza e perché no, l’abbandonarsi a qualche ricordo vissuto o semplicemente raccontato, questi strumenti assumono un rango superiore all’oggetto vintage: diventano cult.
Contributo scritto da hifiprestige.it
Concordo in pieno